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">Stiamo vivendo il "Tempo del Creato": dal 1° settembre Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, e fino al 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, i cristiani appartenenti alle diverse chiese nel mondo ritornino a ristabilire quell'alleanza con Dio creatore, per essere nuovamente suoi "compagni di lavoro" sulla terra, nostra casa comune. E questo può avvenire attraverso la celebrazione, la conversione ecologica e l’impegno concreto.
Quest'anno ci avviciniamo a due importanti vertici dell’Onu: a ottobre la Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità in Cina e a novembre quella sui Cambiamenti Climatici (Cop26) a Glasgow. Preoccupati del futuro del nostro pianeta, Per la prima volta congiuntamente papa Francesco, il patriarca ecumenico Bartolomeo e l'arcivescovo di Canterbury, hanno condiviso un messaggio per l'appuntamento della Cop26. Nel messaggio mettono in guardia sull'urgenza della sostenibilità ambientale, sul suo impatto sulla povertà e sull'importanza della cooperazione globale. Sottolineano che la pandemia ci ha reso consapevoli di quanto siamo tutti interconnessi. "Nessuno può essere sicuro finché tutti non sono al sicuro", siamo veramente tutti nella stessa barca! "Le nostre azioni si influenzano davvero l'un l'altra, e ciò che facciamo oggi influenza ciò che accade domani". "Non possiamo sprecare questo momento. Dobbiamo decidere che mondo vogliamo lasciare alle generazioni future. Dobbiamo scegliere di vivere diversamente; dobbiamo scegliere la vita".
Emerge chiara la richiesta rivolta ai leader mondiali che qualunque sia il loro credo o la visione del mondo, è necessario che ascoltino il grido della terra e dei poveri, impegnandosi a cambiare rotta verso economie più giuste e sostenibili. Ma è un invito che riguarda anche ognuno di noi, a lavorare insieme assumendoci le nostre responsabilità nella chiesa e fuori. Nel loro Messaggio per la COP 26 i leader religiosi ci ricordano che per contrastare l'ingiustizia e le disuguaglianze, per limitare la perdita di biodiversità, il degrado ambientale e la crisi climatica, è necessario modificare i nostri comportamenti "predatori" ed essere consapevoli dei gravi effetti che producono sulle persone più povere che meno ne sono responsabili.
I nostri comportamenti, a partire dai gesti più semplici (come ci nutriamo, come ci vestiamo, quali mezzi di trasporto utilizziamo, come investiamo i nostri risparmi e cosa gettiamo via), sono decisivi non solo per noi, per il nostro benessere e la nostra felicità, ma per l'equilibrio e la giustizia dell'intero pianeta. Benessere, Sostenibilità, Giustizia sono i fattori di una moltiplicazione che dà come prodotto finale la Pace.
Ecco quindi che in occasione del 'Tempo del creato' il Centro di Pastorale Sociale e del Lavoro e la Caritas Diocesana vi propongono la visione del film Semina il vento, come occasione per riflettere sui temi ora ricordati e per rilanciare i contenuti dell'enciclica Laudato si'. In particolare vogliamo ricorda cosa significa «tutto è connesso», «tutto è in relazione». Non c'è una crisi ambientale separata da una crisi sociale. Anche il film Semina il vento ci indica come le ingiustizie sociali, il malessere del nostro ambiente, la salute delle persone non possono essere trattate in modo separato, ma occorre avere uno sguardo di insieme perché tutto è connesso. E di fronte ad un pianeta fortemente compromesso dal punto di vista ecologico e sociale, le giovani generazioni non si arrendono. Ci dimostrano che è possibile affrontare ostacoli solo apparentemente insuperabili, che dobbiamo lottare contro il tempo per salvare il nostro pianeta, l'unico che abbiamo, per renderlo più pulito e giusto, per curare la nostra casa comune.