La malattia è un evento della vita carico di significato per chi la vive e chi è accanto. Le testimonianze in prima persona o quelle che ci racconta la televisione in questi giorni lo dicono chiaramente. In essa si svela tutta la nostra fragilità, non solo fisica, la nostra piccolezza e insieme la nostra grandezza.
Abbiamo scoperto che è forse la solitudine l’esperienza più tragica dei malati, il senso di impotenza quella dei famigliari, il senso di smarrimento e di frustrazione quella di tutti. Ma questa situazione così dura e difficile ha portato tanti a prodigarsi per chi era nella prova, a ridimensionare i propri problemi, a porsi domande sul senso della vita, a compiere anche i servizi più umili per aiutare l’altro, a non sfuggire la realtà.
Le nostre comunità, colpite così duramente dalla malattia e dalla morte, hanno potuto farne esperienza.
Oggi più che mai, siamo chiamati a cercare speranza e a prenderci cura gli uni degli altri poiché tutti abbiamo scoperto che la fragilità è la nostra casa comune. I cristiani, in modo particolare, sono chiamati a farlo nel nome di Gesù, Colui che porta sollievo, consolazione e vita.
Quest’anno, vista la situazione, la messa non sarà celebrata nella chiesetta di Porcara ma in chiesa a Sermide alle ore 17.30 e in oratorio a Carbonara alle ore 16.30 Alla celebrazione sono particolarmente invitati i ministri straordinari della comunione e quanti, famigliari, operatori sanitari, si prendono cura di chi vive la malattia.