Il Centro di Ascolto per definizione è un luogo di accoglienza e di incontro aperto soprattutto a persone gravate da preoccupazioni ed in difficoltà. Persone che hanno un nome, una storia, una loro dignità e libertà. I volontari dell’ascolto non hanno le pretese di risolvere problemi né di sostituirsi ai servizi del territorio o alla persona, decidendo per lei, ma cercano di accompagnare e di avere cura di chi li contatta. In molte situazioni ascoltare è tutto ciò che ci viene richiesto. Il Centro di Ascolto è anche un osservatorio sulla vita del territorio, alla quale cerca di partecipare modificando anche le proprie modalità di azione come è avvenuto in questo tempo. La pandemia ci ha disorientato perché il distanziamento fisico, necessario per la tutela di tutti, poteva essere un limite alla vicinanza alle persone, obiettivo prioritario del nostro fare. Ci siamo posti quindi la domanda se al distanziamento fisico, necessariamente imposto, corrispondesse anche una distanza sociale. Dopo un primo momento di confusione abbiamo realizzato che niente ci impediva di mantenere il legame tra noi. Sarebbe bastato individuare strumenti e modi sicuri per poter comunicare. Gli incontri faccia-faccia usuali, quindi, sono stati sostituiti con un potenziamento dell’uso del telefono e più avanti anche con qualche saluto dal vivo in sicurezza per sentirci vicini: una presenza vocale ed emotiva che è risultata ugualmente vicina. Le telefonate hanno cambiato colore, le parole sisono arricchite anche di timbri e di toni che a volte si percepiscono solo nella comunicazione diretta. Ci è sembrato ad un tratto di essere tutti ugualmente vulnerabili. Ci ha accomunato una similarità di emozioni. La paura, l’insicurezza, l’impotenza, la sofferenza hanno cancellato la diseguaglianza che spesso si crea tra chi aiuta e chi è aiutato dando una sensazione rassicurante di condivisione e di stima. Privati in buona parte delle nostre usuali modalità di comunicazione, abbiamo imparato anche a porre più attenzione a tanti aspetti che spesso nell’ascolto ci sfuggono: una maggior cura delle parole e del tempo, la forza dello sguardo, l’importanza di gesti semplici, buoni e giusti. L’emergenza ha rafforzato la coesione con le altre forze presenti sul territorio. Accomunati dalla stessa preoccupazione di proteggere se stessi per proteggere gli altri, ogni servizio ha fatto la propria parte. Abbiamo imparato che il distanziamento fisico non è distanza sociale. Abbiamo apprezzato quanto sia importante il senso di appartenenza ad una comunità e come sia un dovere di tutti “….ricostruire il mondo senza lasciare indietro nessuno” (Papa Francesco).” La qualità della vita sociale è data dallo spazio che diamo agli altri nella nostra vita” (Don Ciotti).
Centro di Ascolto: il Centro è un punto di incontro e di condivisione di esperienze con persone meno difese: gli scartati, i più fragili, gli ultimi, ma sempre persone con un Nome, un volto e una storia di vita, che segnano la loro unicità e dignità. E’ uno spazio dove si prova a mettersi nei panni dei meno difesi ovvero a stare dalla loro parte. Il Centro accoglie ma si impegna anche ad andare alla ricerca di chi vive in silenzio bisogni non raccolti.