Accanto alla stupenda chiesa parrocchiale sorge la canonica, la casa del parroco, luogo che per molti secoli era usato come sua abitazione per essere in mezzo alla comunità. Oggi, per mancanza di preti, questo non è più possibile. Ma questa canonica voleva riprendere vita. Così dopo alcuni anni di progettazione e di studio, abbiamo pensato che la canonica di Felonica potesse nuovamente “servire” a qualcuno. La comunità cattolica possiede un bene che non poteva essere abbandonato. Lo ha ricevuto dalla storia e alla storia lo deve consegnare.
Mille anni fa a Felonica vivevano i monaci benedettini, che oltre alla preghiera e al lavoro praticavano l’ospitalità. I monasteri erano un porto sicuro di rifugio, anche solo per qualche ora o una notte, per poi riprendere, rinfrancati, il cammino scelto. Così abbiamo voluto riconnetterci con questa grande storia millenaria e far si che questa nostra terra, bonificata dagli antichi monaci di Benedetto, potesse tornare a praticare la stessa e gratuita ospitalità per coloro che amano il cammino e praticano l’avventura della lentezza e della contemplazione del creato.
Abbiamo immaginato di offrire questa casa anzitutto per gli innamorati della lentezza e della strada, per coloro che praticano il pellegrinaggio come ricerca di senso, per coloro che non fanno della fretta l’ideale supremo della loro vita. Tra essi sappiamo esserci anche tanti giovani che da tutta Europa riscoprono il fascino del cammino. Tra loro anche scout, gruppi parrocchiali, studenti in Erasmus, senza dimenticare anzitutto i nostri ragazzi.
Questa casa perciò vorrebbe essere pensata anzitutto per le nuove generazioni, immaginandola come una “moderna foresteria”, ma anche luogo di piccole esposizioni artigianali, laboratorio di cucina locale, teatro di performance artistiche, sede di dialoghi e confronti, officina didattica con le scuole locali.
Per arrivare a questo progetto abbiamo da subito coinvolto anche altri che sembravano parlare lo stesso nostro linguaggio del “sogno”. Così anzitutto i primi interlocutori sono stati i tecnici della Curia di Mantova che ci hanno sostenuti da subito, poi il Comune di Sermide e Felonica, e via via fino al GAL che ha riconosciuto la bontà del progetto di riqualificazione, nel pieno rispetto della storia e della specificità del luogo. Anche il contributo della Regione Lombardia sul terremoto si è rivelato di grande aiuto. Così abbiamo messo insieme le risorse e i lavori sono partiti.
Anche la Parrocchia sta mettendo a disposizione tutto quello che ha accantonato negli anni. Tuttavia questo non basta ancora.
Ecco perché sono partite iniziative di raccolta fondi il cui utilizzo sarà destinato soprattutto per l’arredamento interno necessario all’ospitalità.
Per questa ragione è stato aperto un conto corrente dedicato alla Casa sul quale è possibile sin da ora lasciare il proprio contributo. Ci sono ragioni per credere che la casa possa aprire i battenti già verso la fine di quest’anno.