Carbonarola (minuscola borgata dove il Po disegna una grande ansa prima di puntare su Sermide) nota per i natali alla Beata Osanna Andreasi, la settecentesca artistica chiesetta e “si parva licet componere magnis” il quarantennale ministero pastorale del prete personaggio don Pericle Belli, l’8 dicembre vivrà una importante, duplice celebrazione. La messa delle ore 11 anziché a Carbonara verrà celebrata a Carbonarola e offrirà l’occasione per ricordare e rinnovare l’antica sagra paesana che ha una sua piccola, ma folcloristica storia, tutta da raccontare.
Non era una festa tradizionale con tanto di giostre, venditori ambulanti e altro; troppo piccola la parrocchia che nel 1862 contava 249 anime, poche, ma molte di più delle attuali, una quarantina circa. Esaurite il mattino, le doverose celebrazioni religiose, a mezzogiorno dell’8 dicembre
diventava “la festa ad la pgnata” e come tale era denominata e consumata.
Sulle maxi tavolate popolate di familiari, parenti ed amici, era disponibile il meglio della cucina tipica locale, in primis agnolotti, cotechino, buon vino nostrano e se in quei giorni “as masava al gugiol” la carne di maiale integrava un menù tutt’altro che improntato al magro.
D’altra parte, con inverni più rigidi degli attuali e il piacere della buona compagnia, gli antidoti migliori erano tavole riccamente imbandite, integrate dal calore di un camino scoppiettante.
Un piccolo mondo antico e semplice che sarebbe tanto piaciuto ad Antonio Fogazzaro, oppure a Lev Tolstoj che definiva la semplicità come principale condizione della bellezza morale…
a cura di Ugo Buganza